mercoledì 24 ottobre 2012

LA CRISI MOMENTO DI GRAZIA P. Timothy RadcliffeRadcliffe



Questo non è un periodo facile per la vita religiosa nella maggior parte dei continenti. Durante lo scorso anno, io ho preso la parola davanti a varie conferenze di religiosi in Asia, America latina, in Africa, in America del nord e in Europa e, si può dire che quasi dappertutto ci si pone la stessa domanda: la vita religiosa ha un futuro? È vero anche in Canada: numerose congregazioni sono minacciate di scomparire… Stiamo attraversando un passaggio stretto. Ritengo che la nostra vocazione di religiosi e religiose sia più importante che mai. Noi siamo chiamati a essere per l'umanità dei segni di speranza. Come religiose e religiosi attraversiamo forse un momento in cui nutriamo dei dubbi circa il nostro futuro ma l'umanità intera deve affrontare una grave crisi di speranza. Non voglio dire che tutto vada male, anche se c'è un'epidemia di suicidi tra i giovani. Voglio dire che i nostri contemporanei non hanno una storia da raccontare che offra speranza riguardo al futuro. Quando ero giovane, verso la fine degli anni '60, noi avevamo fiducia di vedere l'umanità evolversi verso un avvenire prodigioso in cui ci sarebbe stata la fine della guerra e della povertà. Tutto sembrava possibile.

Venite a me, voi che siete oppressi


Fonte web...
Marco Statzu Gonnosfanadiga, VS, Italy sono un prete, parroco del Sacro Cuore in Gonnosfanadiga, docente di Antropologia Teologica nella Facoltà Teologica della Sardegna, Assistente Ecclesiastico dell'AGESCI - Zona di Oristano Direttore dell'Ufficio Catechistico Diocesano di Ales-Terralba


ma il cielo è sempre più blu... (Rino Gaetano) Ad ognuno un benvenuto! Forse troverete in questo blog qualcosa che potrà interessarvi, esservi utile, piacervi, stancarvi, infastidirvi. In ogni caso... Buona navigazione!
Timothy Radcliffe: Venite a me, voi che siete oppressi

Fra Timothy Radcliffe al clero di Dublino, dicembre 2009
Fonte: Il Regno«Quella attuale è una crisi tremenda per la Chiesa..E' la crisi di tutta la concezione del sacerdozio e della vita religiosa» nella Chiesa: sono nette le parole che Timothy RadcIiffe, già maestro generale dei domenicani, usa per rileggere i recenti avvenimenti che hanno colpito la Chiesa, quella irlandese in particolare (cf. qui a p. 193). Lo fa rivolgendosi ai sacerdoti della diocesi di Dublino durante un ritiro spirituale dello scorso dicembre. «E una crisi trentenda per la Chiesa, ma reca con sé una promessa e una benedizione». Infatti, i tanti e complessi fattori in gioco sono riconducibili a un modello di «potere che si trova alla radice: la violenza del potere esercitata ai danni dei piccoli e dei vulnerabili». Ma questo non è «il potere di Gesù, che era mite e umile di cuore». Pertanto, conclude il domenicano, «non avremo una Chiesa sicura per i giovani finché non... diventeremo di nuovo una Chiesa umile in cui siamo tutti pari, figli dello stesso Padre».E' per me un grande privilegio, oltre che un onore, esser qui con voi oggi. Avevo già avuto il piacere, un paio d'anni fa, di guidare un ritiro per il clero dell'arcidiocesi, e sono felice di essere di nuovo con voi. È un periodo estremamente duro per la Chiesa sia in Inghilterra sia in Irlanda, ma per voi in questi giorni lo è ancor di più, ed è questo che vi spinge· a riunirvi in preghiera.Mi è stato detto che il tema di questi giorni è: «Venite in disparte e riposatevi un po'». (cf. Mc 6,31). Perciò ho pensato che avrei fatto una meditazione su quel brano di Matteo tutto dedicato al tema del riposo: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero» (Mt 11,28-30). E quindi spero che si tratterà di una chiacchierata riposante; vi chiedo solo il favore, se schiacciate un sonnellino, di non russare!

Buona crisi
Gesù dice ai suoi discepoli: «Venite a me». Si tratta di un invito all'intimità. I discepoli vengono invitati a riposare nella sua amicizia. Ed è questo che vorrei approfondire un poco: come, in un periodo così duro, possiamo riposarci nell'amicizia del Signore.E una crisi terribile per la Chiesa, non solo in Irlanda ma anche in Gran Bretagna, in America e in Australia. Ma sono fermamente convinto - e lo dissi nel Corso di quel ritiro - che la crisi è una possibilità che ci viene data per avvicinarci a Dio. La peggior crisi mai conosciuta da Israele fu la distruzione del Tempio, la fine della monarchia e l'esilio a Babilonia, nel VI secolo a.C. Israele perdette tutto quello che costituiva la sua identità: il culto, la nazione, il re. Ma scopri così di avere Dio più vicino di quanto non lo fosse mai stato. Dio era presente nella legge, sulle-loro bocche e nei loro cuori, ovunque fossero, per quanto lontani da Gerusalemme.Mentre stavo preparando queste riflessioni, lunedì scorso, all'ora media abbiamo cantato: «La mia delizia sarà nei tuoi comandi, che io amo. Alzerò le mani verso i tuoi comandi che amo, mediterò i tuoi decreti» (Sal 119,47-48). Perdettero Dio solo per riceverlo più vicino di quanto potessero immaginarsi.E poi comparve quell'uomo scomodo, Gesù, a infrangere l'amata legge, a mangiare nel giorno di sabato, a toccare gli impuri, ad abitare con le prostitute. Sembrava che cercasse di fare a pezzi tutto quello che essi amavano, il modo stesso della presenza di Dio nelle loro vite. Ma fu solo perché Dio desiderava essere presente in un modo ancor più intimo, come uno di noi, col volto di un uomo. E a ogni eucaristia ci ricordiamo di come fu necessario che lo perdessimo. Ma, di nuovo, solo per riceverlo ancor più da vicino, non come un uomo fra noi ma come la nostra stessa vita.Questa ultima crisi è un tempo che ci viene dato per scoprire Gesù ancor più vicino a noi di quanto avessimo mai immaginato. E una crisi causata dalle mancanze che noi stessi abbiamo compiuto in quanto Chiesa, ma Dio può farne una benedizione se la viviamo nella fede. E dunque possiamo stare tranquilli. Dopo avervi insistito sopra come faccio di solito, un mio confratello americano mi ha fatto una maglietta con su scritto «Buona crisi». Volevo indossarla per voi, oggi, ma si è inopinatamente ristretta e non riesco più a entrarci dentro! .

Pubblicato da Marco Statzu a 19:54